Ti è mai capitato di provare emozioni intense e apparentemente incontrollabili? Oppure di reagire in modo sproporzionato a situazioni quotidiane senza comprenderne il motivo? Se la risposta è sì, potresti essere alle prese con i “fantasmi del passato”, quei traumi vissuti anni fa che, silenziosamente, continuano a influenzare la tua vita oggi.
Ma come è possibile che esperienze lontane abbiano ancora così tanto potere su di noi? La risposta si trova nel modo in cui funziona il nostro cervello.
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Il cervello: una spugna durante l’infanzia e l’adolescenza
Durante l’infanzia e l’adolescenza, il cervello è in piena fase di sviluppo. Questo lo rende estremamente plastico e vulnerabile alle esperienze che viviamo. Gli eventi, sia positivi che negativi, lasciano un’impronta profonda, modellando il nostro modo di pensare, sentire e comportarci.
Se in quel periodo affrontiamo eventi traumatici – come critiche costanti, trascuratezza emotiva o situazioni di forte stress – queste esperienze possono lasciare cicatrici profonde nel nostro subconscio. Queste cicatrici non sono solo psicologiche, ma anche neurologiche: i traumi possono influire sul modo in cui il cervello elabora le informazioni e gestisce le emozioni.
Il sistema di allarme ipersensibile
Uno degli effetti più comuni del trauma è l’alterazione del nostro “sistema di allarme interno”. È come se il nostro cervello fosse sempre in stato di allerta, pronto a reagire anche a situazioni che, razionalmente, non rappresentano una minaccia reale. Questo può portare a risposte emotive eccessive, ansia e difficoltà a regolare le emozioni.
L’impatto sulle credenze personali
I traumi non influenzano solo il nostro stato emotivo, ma anche il modo in cui vediamo noi stessi, gli altri e il mondo. Queste esperienze possono radicare credenze negative come:
- Su di sé: “Non sono abbastanza.”
- Sugli altri: “Non ci si può fidare di nessuno.”
- Sul mondo: “Il mondo è un posto pericoloso.”
Questi schemi di pensiero condizionano le nostre relazioni, le decisioni che prendiamo e la qualità della nostra vita.
Non sei il tuo passato: riscrivere la tua storia
Nonostante il peso del passato, è importante ricordare che i traumi non definiscono chi siamo. Sono una parte della nostra storia, ma non tutta. Abbiamo il potere di riscrivere il nostro narrativo, di dare un nuovo significato a ciò che abbiamo vissuto e di creare un futuro più libero e autentico.
Come fare?
- Consapevolezza: Riconoscere che il trauma esiste è il primo passo verso la guarigione.
- Supporto: Un percorso psicologico può aiutarti a elaborare il passato e a sviluppare strategie per gestire le emozioni.
- Resilienza: Ogni piccolo passo verso il cambiamento è una vittoria che ti avvicina a una vita più serena.
Il passato può essere una bussola che ci guida, ma non deve essere un’ancora che ci trattiene. Liberati dai fantasmi e scegli di essere il protagonista del tuo presente. 😊
Dott. Massimiliano Gianotti
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