Cercare di essere bravi genitori non significa dover, necessariamente, diventare genitori perfetti.
Soprattutto, oggi, che siamo inghiottiti dalle continue corse, dai mille impegni oltre che dalla frenesia di dover far combaciare lavoro, scuola, impegni e casa. Ma, visto che non esiste il manuale del genitore modello, ognuno di noi deve cercare di fare del proprio meglio con le conoscenze che ha, a livello educativo, e con quelle esperienze pedagogiche apprese nel nostro datato percorso di crescita.
I ruoli di mamma e di papà, infatti, non sono facili, anzi, siamo sempre più una generazione di genitori spazientiti e sensibili allo strillo, con una tolleranza che ha limiti sempre più striminziti.
Ovviamente, non è che se fino ad oggi abbiamo urlato contro i nostri bambini significa averli, inevitabilmente, traumatizzati. Pensiamo anche solo alla nostra infanzia, alla generazione di chi non aveva proprio tutto, dove volavano tante grida e pure ceffoni, ebbene, siamo diventati grandi e comunque uomini e donne consapevoli e responsabili. Ovvio, nessuna invidia verso quegli arcaici metodi educativi.
Però, oggi, che ci troviamo noi nel ruolo di genitori è inutile stressarci nel puntare alla perfezione, perché questo ci caricherà di ulteriore ansia e nervosismo. Ed il non riuscire a diventare una mamma o un papà modello, non significa mancare in qualcosa, proprio per la complessità del ruolo di genitore.
Non dimentichiamo che, prima di tutto, siamo esseri umani e come tali imperfetti, perché inquinati, nel bene e nel male, dalle nostre stesse emozioni.
Per questo, dobbiamo imparare a staccarci dai sensi di colpa, dalla formula dell’eccellenza, perché un genitore che fa del proprio meglio, non può essere certo considerato una pessima madre, oppure un padre scadente.
Ricordiamoci che crescere dei figli è comunque un’esperienza immensa. Si tratta di un cammino che diventa novità per tutti i componenti della famiglia, nonni compresi. E anche quelle coppie che hanno già cresciuto un figlio, sanno bene che si ritroveranno a vivere un’esperienza educativa totalmente nuova anche con i futuri piccoli in arrivo.
Questo perché ogni bambino è a sé, in quanto individuo unico ed irripetibile. Ed il nostro ruolo dovrà essere quello di crescerli nel modo più armonioso possibile, lavorando sulla consapevolezza e sul senso di appartenenza per aiutarli ad integrarsi, adeguatamente, nel mondo.
Si tratta di un passaggio che, i nostri figli, vogliono fare con noi. Cercano la nostra mano per affrontare le loro paure e le loro ansie, per allargare la loro zona d’agio, così da riuscire a far fronte a quei quotidiani limiti di crescita.
Sono proprio loro ad identificare, in noi, quel ruolo di coloro che li capiscono, li comprendono e li coinvolgono fino a sceglierci come guide educative, per affrontare il loro lungo percorso di sviluppo.
Un percorso che si incrocerà, inevitabilmente, con i capricci e con tutte quelle strategie di ostinazione e contrasto che attivano per esigenza di testare nuovi bisogni e nuovi limiti della loro quotidianità, oppure quando vivono attimi di disordine o confusione che li spaventano nel percorso di crescita.
Urlare contro i nostri bambini, quindi, non aiuta e così anche il continuare a sgridarli perché, come a noi non piace essere ripresi così, per loro, non è bello sentirsi continuamente il dito puntato.
Inoltre, le nostre sfuriate di genitori stressati ci fanno consumare tante energie, senza riuscire a coltivare quella complicità necessaria, per la crescita dei nostri figli. In più, tra nervosismo, sgridate ed urla, rischiamo di trasmettere loro scorretti modelli comportamentali, proprio quelli che non vorremmo mai ritrovare, un domani, all’interno dei loro stessi modelli educativi.
Per questo, dobbiamo imparare a frenare in tempo, evitando di arrivare a perdere la pazienza, perché solo riuscendo a comprendere quelle corrette pratiche educative, potremmo diventare mamme e papà, sicuramente, più consapevoli ed in grado di gestire al meglio anche la nostra stessa quotidianità.
Perché se è vero che essere genitori è un mestiere difficile, è anche vero che siamo stati proprio noi a donare la vita ai nostri figli. Quindi, imparando ad avvicinarci a loro ed adottando un’adeguata complicità educativa, saranno loro stessi a rendere speciale anche la nostra vita. (MG)
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