Ti è mai successo di dire “sì” a qualcosa che non volevi fare, solo per non deludere gli altri? Oppure di sentirti sopraffatto perché, pur di mantenere la pace, metti sempre le esigenze altrui al primo posto? Se ti rivedi in questa descrizione, potresti essere intrappolato nell’eccessiva gentilezza, una qualità che, pur essendo meravigliosa, può diventare un peso per il tuo benessere personale.

La gentilezza è una virtù: costruisce relazioni, facilita l’empatia e crea connessioni autentiche. Tuttavia, quando diventa eccessiva, rischia di farci perdere di vista i nostri bisogni, generando frustrazione e insoddisfazione. Ma perché accade? Spesso, dietro questo comportamento, si nascondono cause psicologiche profonde.

Guarda il video di questo articolo:
https://www.youtube.com/watch?v=YOtJQwXa0Os&t=28s

Ecco le 3 principali ragioni che ci spingono a essere troppo gentili e come queste influenzano il nostro modo di rapportarci con gli altri.

1. La paura del conflitto

Uno dei motivi più comuni dell’eccessiva gentilezza è la paura di affrontare i conflitti. Chi teme lo scontro tende a evitare discussioni e tensioni a ogni costo, preferendo accontentare gli altri. Questo comportamento, sebbene possa sembrare una strategia efficace nel breve termine, porta a lungo andare a sentimenti di risentimento e frustrazione.

Non esprimere le proprie opinioni o non difendere i propri diritti per paura di essere giudicati o rifiutati è un meccanismo che logora l’autostima e ci impedisce di stabilire relazioni equilibrate.

2. Bassa autostima

Le persone con bassa autostima spesso cercano l’approvazione degli altri per sentirsi valide. Questo le porta a essere eccessivamente gentili, sperando che il loro comportamento venga riconosciuto e apprezzato.

La gentilezza diventa così uno strumento per ottenere una conferma esterna del proprio valore, ma alla lunga alimenta un circolo vizioso: più cerchiamo di compiacere, meno ci sentiamo autentici e rispettati.

3. Il bisogno di approvazione

Un altro fattore determinante è il bisogno di sentirsi accettati e amati. Sin dall’infanzia, molti di noi imparano che essere gentili e accomodanti porta all’approvazione degli altri. Questo schema può consolidarsi, spingendoci a dire “sì” anche quando vorremmo dire “no”, per paura di essere rifiutati o criticati.

Questo comportamento, se reiterato, ci porta a sacrificare i nostri interessi e a mettere da parte i nostri bisogni per il timore di deludere chi ci circonda.

Verso una gentilezza equilibrata

Essere gentili è una qualità preziosa, ma come ogni cosa, richiede un equilibrio. Riconoscere le cause psicologiche che ci spingono all’eccessiva gentilezza è il primo passo per imparare a dire “no” quando necessario, senza sensi di colpa.

 

Dott. Massimiliano Gianotti
Riproduzione riservata